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Rino Gaetano:l’amarezza di un cantastorie

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Rino Gaetano:

l’amarezza di cantastorie

Rino Gaetano :Autore di canzoni graffianti e appassionate, paladino del Sud e degli emarginati, nemico di tutti i politici, Rino Gaetano è uno dei cantautori più raffinati della scena italiana.

Rino Gaetano:da Crotone a Roma

Salvatore Antonio Gaetano nasce a Crotone, in Calabria, il 29 ottobre del 1950. L’aria di Crotone rimarrà sempre nei suoi polmoni.A dieci anni, segue a Roma i genitori, impiegati come portieri di uno stabile in via Nomentana. Aspirante geometra, non molto portato per i banchi di scuola, coltiva i primi interessi per il mondo del teatro. Inizia i suoi primi approcci musicali imparando a suonare la chitarra e componendo le sue prime canzoni.

Il mondo musicale fa fatica a capirlo :il suo modo ironico e singolare di proporre i pezzi risulta poco in linea con lo stile ideologico del suo tempo.

Dopo varie esperienze di teatro per ragazzi (in una versione musicale di “Pinocchio” interpretava la Volpe), debutta con un 45 giri nel quale interpreta sotto lo pseudonimo di “Kammamuri’s” una canzone intitolata “I love you Marianna”.

Niente da fare, Gaetano è troppo fuori dagli schemi per essere capito dal conformistico universo della discografia italiana. Tuttavia la tenacia del cantante non si fa scoraggiare dai giudizi altrui. Ci riprova due anni dopo (1974), ma stavolta con un intero disco: il mitico “Ingresso libero”.

Pubblico e critica al solito lo ignorano, ma intanto il successo di essere presente sul mercato Rino Gaetano lo ha ottenuto. E infatti quella sua prova costituirà di fatto la porta di accesso  per i suoi più ampi successi venturi.

Rino Gaetano e il successo

Nel 1975  esce con un pezzo che gli fa compiere il gran salto in cima alle classifiche :si trattava di “Ma il cielo è sempre più blu”,un motivo di facile presa,orecchiabile che non poteva non essere apprezzato.

Nel 1976 esce il suo secondo LP, questa volta molto atteso, “Mio fratello è figlio unico”, partorito dopo lunghi anni di sperimentazioni e di prove. All’interno, un altro hit mai più uscito dall’ideale canzoniere italiano: “Berta filava”.

Da questo momento in poi, per un periodo che va dal 1976 al 1978, Rino Gaetano si impone sempre più come il cantautore fuori dalle righe, il “grillo parlante” per antonomasia e pubblica una serie di pezzi che hanno la qualità (insolita per certi versi) di divertire ma di far riflettere su temi tanto delicati quanto difficili da affrontare in musica.

Con i successivi LP “Aida” (1977) e “Nuntereggaepiù” (1978) in un rapido crescendo, riscuote consensi sempre più consistenti, fino ad ottenere un vero e proprio successo con la canzone “Gianna” al Festival di Sanremo del 1978 (terzo posto, dopo “Un emozione da poco” di Anna Oxa, e da “E dirsi ciao” dei Matia Bazar), dove si esibisce davanti alla grande platea mostrando tutta la sua ironia scanzonata degna di un vero artista di varietà.

Un’esibizione che è rimasta scolpita nella memoria di molti.

Nel 1979 è la volta del disco “Resta vile maschio dove vai” (il brano omonimo viene scritto da Mogol) che lancia nel periodo estivo l’indimenticabile ballata “Ahi Maria”. Il disco segna il passaggio dalla piccola casa discografica It, alla multinazionale RCA e l’inizio di una serie di tournee che lo renderanno popolarissimo in tutta Italia.

Dopo questa ondata di successi per Rino la crisi artistica è dietro l’angolo e dopo il non del tutto riuscito “E io ci sto” (1980), cerca altre vie espressive, attraverso collaborazioni artistiche con Riccardo Cocciante e i New Perigeo (con i quali incide un ormai introvabile Q-disc).

La morte prematura

Muore prematurmente all’età di trentuno anni  il 2 Giugno 1981,in seguito di un terribile incidente automobilistico alle prime luci dell’alba sulla romana via Nomentana.

La sua Volvo 343 si schianta contro un camion. Cinque ospedali ne rifiutano il ricovero. La sua salma viene sepolta al cimitero del Verano di Roma.

Per l’ironia e l’intelligenza dei suoi testi, per la sua scrittura schietta e graffiante, Rino Gaetano merita davvero un posto accanto ai più grandi esponenti della canzone italiana. Rino racconta l’Italia delle P38 che nelle sue canzoni diventa un paese surreale, diviso tra fiaba e dramma, passioni sentimentali e contraddizioni sociali.

Un paese che Gaetano ha sempre amato, ma che quasi mai ha saputo comprenderlo.

Vi lascio con la mia canzone preferita di Rino Gaetano…

Buon ascolto