The Rocky Horror Picture Show compie 50 anni

The Rocky Horror Picture Show

The Rocky Horror Picture Show arriva sugli schermi il 14 agosto del 1975.

Opera di rottura, esuberante e fuori dagli schemi, The Rocky Horror Picture Show avrebbe per sempre cambiato la storia del musical e del cinema. Il musical è figlio della mente dello scrittore, compositore e sceneggiatore britannico naturalizzato neozelandese  Richard O’Brien. Ma l’opera risente soprattutto del clima del proprio tempo: gli anni Settanta che segnano la rottura dei tabù secolari, la scoperta della libertà sessuale e omosessuali e transgender che rivendicano il loro diritto di esistere.

La storia inizia con  due giovani, Brad Majors e Janet Weiss, interpretati da Susan Sarandon e Barry Bostwick, che dopo aver partecipato al matrimonio di due amici, forano una gomma durante il viaggio e cercano aiuto per poter proseguire il loro ritorno a casa.

È così che incontrano il factotum Riff Raff, interpretato da Richard O’Brien, e la domestica Magenta, che li conducono in una una dimora enorme e stravagante, in cui si sta svolgendo un evento particolare: la convention dei Transylvani. Ad un tratto fa  il suo ingresso il mitico Dr. Frank-N-Furter, interpretato da Tim Curry, potente e carismatico padrone di casa, che presenta ai due ospiti la sua creatura: Rocky Horror. Mentre tutti vanno a dormire, Brad e Janet vengono separati e messi in due camere distinte e Frank coglie l’occasione per intrufolarsi nei letti di Brad e Janet lasciando che i due ospiti riflettano per la prima volta sulla loro sessualità aprendosi a orizzonti inesplorati.

Una storia queerness

The Rocky Horror Picture Show è queerness fino al midollo: grazie agli abiti, ai trucchi pesanti, alle musiche celebra un amore libero che vuole superare etichette e stereotipi morali. Anche la campagna pubblicitaria del film adottò fin da subito un tono dissacrante: il celebre manifesto con le labbra rosse giganti e lo slogan A different set of jaws citava e si prendeva gioco de “Lo squalo” di Spielberg, uscito nello stesso anno.

The Rocky Horror Picture Show è un caleidoscopio di visioni, temi  e versioni del mondo:  l’onda rumorosa del femminismo nascente, la liberazione sessuale e le battaglie per i diritti LGBTQ+ il tutto condito da ironia, irriverenza e libertà.  “Don’t dream it, be it” pronunciata da Frank-N-Furter, diventa l’esortazione a liberarsi dalle rigide convenzioni moralistiche del tempo. «Non sognatelo, siatelo» è un pensiero che vuole far cadere la diffidenza su ciò che è diverso, apparentemente strano, accettandolo e abbracciandolo e la bisessualità di Frank-N-Furter ci dà modo di comprendere come l’amore non abbia limiti.

Il grande protagonista, icona di sensualità, Frank-N-Furter Frank, il cui nome mescola quello di Frankenstein, Rock-N-Roll ma anche il Frankfurter, è interpretato da uno strepitoso Tim Carry che con trucco, piume, corsetti, guepière e calze a rete seduce il pubblico rompendo qualsiasi schema, tabù e stereotipo.

The Rocky Horror Picture Show è un inno alla libertà nella sua forma più nobile e ampia che si apre a nuove forme di moralità ed erotismo senza alcun tipo di pregiudizio.

«Don’t get strung out by the way that I look. Don’t judge a book by its cover» 

Autore