Anita e la sua guerra: “Quando i fiori avranno tempo per me”

Anita

Anita è la storia di una madre che non si arrende, di due bambine in cerca di un destino diverso nell’Italia offesa dalla violenza degli squadristi e dalla povertà che rende invisibili.

“Quando i fiori avranno tempo per me”

Il titolo è un verso della poesia Io sono verticale di Sylvia Plath e si riferisce alla vita complicata di Anita e degli altri personaggi e alla speranza continua di poter guardare al futuro con tranquillità. Tra miseria, ingiustizie e resistenza quotidiana, il romanzo racconta la dignità degli ultimi e la forza di non arrendersi.

ANITA È UNA PUTTANA

Parma 1922. Anita non è una moglie, non è una madre come si conviene. Non ha un uomo, non ha una casa vera. Anita è una una puttana. È lei, Anita,  la protagonista di Quando i fiori avranno tempo per me, secondo romanzo di Sara Gambazza, ex infermiera che ha debuttato nel 2023, grazie a un concorso letterario, con Ci sono mani che odorano di buono.

Anita fa la prostituta per campare le sue figlie Rosa e Ninfa, vive in una stanza fatiscente nel quartiere più povero di Parma, l’Oltretorrente, il primo che resiste ai fascisti. Siamo tra il 1922 e il 1945, guerra e miseria costringono a scelte estreme.

Per il borgo Anita è solo la Bórda, una puttana da evitare di giorno e da cercare di notte. Così Anita si consuma in un bordello che diventerà la sua unica famiglia. La figlia maggiore, Rosa dopo pochi anni di scuola va a servizio dai ricchi. Attenta e generosa, Rosa è costretta suo malgrado a diventare grande troppo in fretta. Ninfa la secondogenita è considerata una bambina speciale, con gli occhi troppo grandi per il suo viso magro e un dono oscuro che sembra tormentarla. Ninfa riesce a studiare, covando il sogno del riscatto. Fuggirà per nascondere un segreto, si emanciperà dalla condizione di miseria alla quale sembrava essere destinata, ma poi tornerà al borgo.

Le due sorelle restano unite finché non è l’amore per un ragazzo a separarle.

Anita: una madre e un quartiere popolare che resiste ai fascisti

Sullo sfondo della vicenda familiare si staglia l’Italia del primo dopoguerra, in bilico tra la promessa di un cambiamento e la violenza delle squadre fasciste che iniziano a imporsi con brutalità, occupando piazze, vicoli e coscienze. Parma, in particolare, è teatro di resistenze e repressioni, un crocevia di miseria e dignità, dove anche i più invisibili cercano di mantenere un barlume di umanità.

Il romanzo si sviluppa su due livelli: da un lato, la narrazione della quotidianità di Anita e delle sue figlie; dall’altro il contesto storico e sociale che impone ai personaggi un agire sempre più soffocante e disperato. La guerra viene raccontata solo nelle sue dirette conseguenze sulla vita dei personaggi che vivono una guerra di cui non conoscono neanche le cause e le conseguenze. Persone semplici che della guerra sapevano solo che portava via vite e cibo. Così i luoghi non sono semplici scenografie di contorno, ma parte integrante della narrazione. I vicoli di Parma, con la fame e il freddo, si trasformano in luoghi di lotta quotidiana, mentre la violenza fascista si fa sentire sempre di più costante e minacciosa.

Una storia di passione, dolore e speranza

Quando i fiori avranno tempo per me è il racconto di donne che non si arrendono: una madre e due figlie alla ricerca di un destino diverso con la consapevolezza che essere invisibili non significa essere rassegnati. È un romanzo struggente popolato da un umanità sofferente che ha comunque, anche sotto la minaccia delle bombe e degli squadristi fascisti, il desiderio di rinascere e di sperare in un futuro.

 

 

Autore