Il correttore di bozze individua errori e refusi in testi e manoscritti di scrittori e professionisti.
Nonostante la crisi dell’editoria cartacea, il correttore di bozze continua ad essere una figura indispensabile nel mondo del libro. Nessuna casa editrice può farne a meno, sia essa tradizionale o digitale. Si tratta di una professione molto più difficile di quanto si pensi e richiede soglie di attenzione davvero elevate, nonché una perfetta padronanza dell’italiano. Ma procediamo con ordine.
Correttore di bozze: chi è?
Il correttore di bozze è la figura professionale qualificata a svolgere servizi di correzione, vale a dire la lettura accurata dei testi al fine di individuarne errori e refusi che lui stesso poi provvederà a correggere.
Il correttore di bozze è solitamente presente in due realtà: nelle testate giornalistiche e nelle case editrici. Nelle testate giornalistiche la figura del correttore si confonde spesso con quella del redattore capo, che ha il compito di assicurarsi che l’articolo sia scritto correttamente prima che venga pubblicato. In questo caso al professionista si richiede elasticità, velocità e precisione.
Nelle case editrici è solitamente affiancato da un secondo correttore o da un curatore editoriale, e lavora al fine di migliorare i testi della casa editrice, così da rendere i manoscritti pronti alla pubblicazione.
A questo punto è necessaria una precisazione sui “giri di bozze”.
Giri di bozze
Sono le varie fasi (solitamente almeno due) di lettura e controllo del testo che si concludono con “visto si stampi” dell’autore.
Una volta che l’editor ha lavorato il testo, si stampa la prima bozza del testo, una sorta di anteprima del libro. In questo momento interviene il correttore che ha lo scopo di “pulire il testo”:
1) da tutti gli errori che sono sfuggiti precedentemente: di digitazione, ortografici, redazionali, ecc.;
2) da errori generati dall’impaginazione: vedove, orfane, divisione in sillabe errata, spazi eccessivi tra le parole, ecc.
La prima bozza corretta torna in così in redazione. Se ne è stata consegnata una copia anche all’autore, il redattore effettua la collazione, cioè inserisce, accanto a quelle del correttore, anche le revisioni effettuate dall’autore e consegna una bozza unica al grafico impaginatore che effettua le correzioni indicate.
Si stampa poi la seconda bozza e viene effettuato il cosiddetto “secondo giro di bozze”.
Il correttore di bozze (la stessa persona che ha corretto le prima, o meglio un’altra), oltre a cercare eventuali errori sfuggiti nella revisione precedente, verifica che tutte le correzioni presenti sulla copia collazionata siano state inserite in maniera corretta.
È preferibile che i “due giri di bozza” siano gestiti da due correttori diversi perché il nostro cervello è adattativo e si prefigge come scopo principale la comprensione del testo. Così può accadere che attraverso i meccanismi percettivi, ci adattiamo ad un errore non riuscendo così a riconoscerlo come tale. L’intervento di un secondo correttore potrebbe superare l’automatismo che non ci permette più di vedere gli errori.
Correttore di bozze: requisiti indispensabili
Come accennavo prima il lavoro del correttore di bozze è molto più difficile di quello che si pensa. È un lavoro complesso che richiede un’adeguata formazione e alcune qualità indispensabili.
Prima di tutto il correttore dovrà possedere una conoscenza perfetta della grammatica italiana e avere sempre presenti le norme redazionali della casa editrice presso la quale lavora. Fondamentale è una grande pazienza, attenzione e scrupolosità, elementi fondamentali per poter analizzare a fondo il testo ed individuarne gli errori.
Un requisito che ritengo indispensabile è l’elasticità mentale che permette di spaziare tra qualsiasi tipo di testo, individuare errori nascosti e comprendere quando una correzione è necessaria o quando è meglio evitarla per non modificare lo stile dello scrittore.
Come diventare correttore di bozze
Le figure professionali nel campo dell’editoria sono sempre richieste e mai smetteranno di esserlo, nonostante la tecnologia continui a progredire sempre più velocemente.
Per diventare correttori non esiste un unico iter standard, ma si può optare per diverse strade. La prima via che può essere intrapresa principalmente da chi ha già conseguito studi nel campo dell’editoria e della lingua italiana, come lauree triennali, lauree magistrali e/o master, è quello di rivolgersi direttamente alle case editrici della zona inviando curriculum.
I corsi di editoria e di correzione bozze sono sicuramente un altro metodo efficace e diretto per divenire correttore. Esistono corsi online e in sede che permettono di ottenere tutte le conoscenze necessarie per intraprendere questo incredibile lavoro.
Sconsiglio fermamente di studiare come autodidatti. Non mi stancherò mai di ribadire che nel mondo dell’editoria (come in tutti campi del resto) non ci si improvvisa.
I simboli della correzione di bozze
Si tratta di segni convenzionali studiati per tracciare una linea comune per la correzione di un testo cartaceo e servono per evitare che le modifiche applicate dal correttore vengano fraintese o non capite dagli altri professionisti editoriali che lavorano sul documento.
I simboli sono stabiliti dall’UNI, l’Ente Nazionale Italiano di Unificazione. Per la precisione, si tratta della norma UNI 5041 del 1996. L’esistenza di una norma, tuttavia, non deve far pensare che questi segni siano una realtà immutabile. Ogni casa editrice potrà applicare alla norma generale delle modifiche in base alle proprie esigenze, l’importante è si disponga di un linguaggio condiviso che possa rendere la codifica delle correzioni libera da equivoci, linguaggio che il correttore è tenuto a conoscere.
Ecco che ritorna ancora l’elasticità come requisito indispensabile del correttore di bozze professionista.