Leggere, Letteratura

Anna Karenina: la massima esistenziale sull’infelicità familiare

Anna

“Anna Karenina”: incipit

Anna Karenina, romanzo che Lev Nikolàevič Tolstòj pubblicò nel 1877, si apre una  frase che ha  la prepotenza e la delicatezza di una massima esistenziale, seguita da un capoverso che ha tutta l’aria di promettere un’evoluzione sicuramente non scontata degli eventi:

«Vse sčastlivye sem’i pochoži drug na druga, každaja nesčastlivaja sem’ja nesčastliva po-svoemu».

Cioè, secondo la traduzione italiana del 1960 curata da Ossip Felyne per Mondadori:

“Tutte le famiglie felici si assomigliano fra loro, ogni famiglia infelice è infelice a suo modo”

Con questa frase, Tolstoj voleva comunicare che, un matrimonio felice è basato sul successo in differenti aspetti della vita coniugale: attrazione, uguaglianza di aspettative, disciplina dei figli, …Il fallimento in uno solo di questi può portare ad un matrimonio infelice.
Il principio può essere traslato a diversi ambiti della nostra vita oltre il matrimonio.

Anna Karenina e il Principio Anna Karenina

L’incipit ha infatti  ispirato il cosiddetto Principio Anna Karenina un test di verifica d’ipotesi elaborato dal naturalista statunitense Jared Diamond e diffuso nel suo saggio del 1997 Armi, acciaio e malattie.

Basandosi sull’assunto di Tolstoj , il naturalista statunitense trasla questo concetto all’esperienza umana.

Il successo di un’impresa o un risultato professionale dipendono da una serie definita di fattori da rispettare, nessuno escluso, pena il fallimento. Non rispettando uno solo di detti fattori l’impresa, al contrario, fallisce. Essendo tuttavia più di uno i fattori che è possibile non rispettare, esiste solo un modo per riuscire nell’impresa (ovvero, come detto, rispettarne tutti i fattori) ma diversi modi di fallire (non rispettare uno qualsiasi di, o una combinazione di detti fattori).

Tolstoj con questo inizio svela il tema dell’opera: l’infelicità familiare.

Non solo già dalle prime righe del romanzo porta i lettori a farsi delle domande:

Perché le famiglie felici sono uguali le une alle altre? Qual’è il tipo di felicità familiare a cui fa riferimento Tolstoj?”

“Cosa significa che ogni famiglia è infelice a modo suo?”

In effetti in Anna Karenina c’è almeno una famiglia felice o che si avvia verso la felicità, composta dalla coppia Levin / Kitty, ma è difficile sostenere che la loro felicità sia “simile” a quella di altre famiglie. Forse le famiglie felici della prima parte della frase non sono davvero così felici, forse è solo una felicità di facciata a uso e consumo delle convenienze sociali.

E’ un inizio interessante. Poiché “ogni famiglia infelice è infelice a modo suo”, sta ad indicare che ciascuna delle vicende narrate da Tolstoj è unica ed eccezionale. Chi legge un romanzo deve avere la sensazione di leggere qualcosa al di fuori dell’ordinario, qualcosa che trascende situazioni comuni pur richiamandole indirettamente.

Anna Karenina il vero primo romanzo di Tolstoj

Tolstoj considerava Anna Karenina (1873-1877) il primo vero romanzo uscito dalla sua penna: rispetto a Guerra e pace (1865), infatti, l’andamento di Anna Karenina è più strettamente narrativo, e non contempla le lunghe digressioni storiografiche e filosofiche che sono, secondo lo stesso autore, il nerbo dell’opera precedente.

Cominciato nel 1873, il romanzo ha avuto varie riscritture, nelle quali il personaggio di Levin otteneva sempre più spazio. È stato completato nel 1877. L’ultima delle otto parti è stata pubblicata a spese dell’autore poiché Michail Katkov, direttore del «Russkij vestnik» (Il messaggero russo), la rifiutò: secondo lui era troppo polemica nei confronti della guerra russo-turca, per cui parte Vronskij in seguito alla morte di Anna.

Un’opera perfetta

Anna Karenina ebbe un successo enorme: Dostoevskij ne parlò come di un’opera d’arte perfetta, a cui “niente della letteratura europea può essere paragonato”. Un secolo più tardi, nelle sue Lezioni di letteratura russa, Nabokov definì il romanzo “il capolavoro assoluto della letteratura del XIX secolo”. Eppure, come accadde in molte altre circostanze durante il corso della sua vita, Tolstoj rinnegò il romanzo: nel 1881, in una lettera al critico Strasov, scrisse: “Quanto alla Karenina: io vi assicuro che per me quello schifo di romanzo non esiste più”.

Era ormai cominciata una nuova fase della vita di Tolstoj, che non poteva però sapere che quel conflitto che aveva messo in scena nel romanzo non solo non si sarebbe risolto, ma  lo avrebbe portato alla morte.